giovedì 5 giugno 2008

Impara il Trading da zero !

Gli strumenti, che servono per avvicinarsi al trading e la loro importanza.

È chiaro che questa professione è diventata accessibile a tutti solo da quando i mercati finanziari sono informatizzati; quindi sono necessari alcuni strumenti.

Il primo di cui il buon trader ha di bisogno è sicuramente un PC; per poter essere collegato ad un mercato serve un collegamento ad internet, veloce ed affidabile; poi bisogna risolvere il problema dei dati da utilizzare e il software per poterli elaborare; ultima cosa, ma forse la più importante, la scelta dell’intermediario per le nostre transazioni, il famigerato broker.

Vediamo come scegliere i nostri strumenti.

Per quanto riguarda il PC, ormai sul mercato sono disponibili a buon mercato computers affidabili e con prestazioni sufficienti: se il PC è adatto ai giochi, va bene anche per il trading. Indicativamente può bastare un processore di fascia media, una memoria ram da 512Mb, un hard disk da 80 Gb; il monitor deve essere a cristalli liquidi o al plasma da almeno 17 pollici.

Il collegamento ad internet, specialmente nel trading intraday, risulta spesso determinante. Non basta focalizzare la propria attenzione sulla velocità, ma, soprattutto, sull’affidabilità. Immaginate cosa succederebbe se, nel momento in cui inserite un ordine, si interrompesse il collegamento e non riusciste più a seguire la vostra operazione, magari rischiando, se avete sbagliato la direzione del mercato, di rimetterci ‘le penne’. Una buona soluzione è avere un collegamento d’emergenza che garantisca la possibilità di ricollegarsi al mercato velocemente; ad esempio, usare un collegamento ADSL (fra le tante offerte del mercato) e avere pronto il buon vecchio modem a 54 kb/s per l’emergenza.

La scelta del software è un po’ più complessa di quello che sembra. Spesso ci si limita all’utilizzo del software che viene fornito dal broker, ma non è detto che sia adatto alle nostre esigenze. Noi consigliamo di usare un software per le analisi dei mercati ed uno per l’immissione degli ordini. Per le analisi è necessario che si abbiano a disposizione strumenti grafici duttili ed efficaci, con la possibilità di fare backtesting e selezionare, secondo particolari criteri, i titoli. Esistono tanti ottimi prodotti sul mercato, ma noi riteniamo che, per cominciare, non si debba fare una grossa spesa e si possa utilizzare un software funzionale, ma non molto complesso. Su internet ci sono diversi software non a pagamento, ma per esperienza possiamo dire che Prorealtime (www.prorealtime.com) sia un’ottima scelta, non solo perché gratuito per i dati daily (basta la registrazione), ma perché fornisce degli ottimi tools grafici e un modulo per il backtesting.

Per quanto riguarda la piattaforma che materialmente vi consente di entrare sul mercato è necessario che sia velocissima, chiara e di semplice utilizzo. Il tempo di immissione dell’ordine è un parametro molto importante: ogni fornitore dovrebbe darlo, altrimenti è bene che lo richiediate voi. Poi dovete vedere personalmente quanto l’interfaccia grafica sia, per voi, chiara, e valutarne la velocità di utilizzo.


Il Broker !

l broker è colui che ci permette di accedere tramite il nostro PC al mercato. La scelta della banca o della SIM (Società di Intermediazione Mobiliare) che deve farci da intermediario è una delle più delicate e delle più complesse.

Poiché il trading è diventato un grosso business è chiaro che i fornitori di questi servizi sono proliferati e, come spesso accade in queste situazioni, bisogna capire bene come orientarsi tra tutte le possibili offerte. Chiaramente noi non possiamo indicare un particolare broker, ma possiamo indicare quali siano i criteri principali e le domande che ci dobbiamo porre per fare buone scelte.

Cominciamo col dire che la scelta del broker è strettamente personale, nel senso che deve rispondere alle esigenze di trading di ciascuno.

Il primo criterio da adottare può sembrare banale, ma è il buon nome della banca o SIM; ci sono, purtroppo, sul mercato molti ‘furbi’ e può essere pericoloso affidare i propri soldi ad aziende poco conosciute di cui non si hanno particolari riscontri.
La seconda cosa da osservare sono i servizi che vengono offerti: non ci facciamo prendere in giro con cose apparentemente mirabolanti che poi a noi non servono a nulla. Ad esempio, se mi offrono un book a 20 livelli. Quando parliamo di qualità dei servizi pensiamo alle cose che sono necessarie al nostro stile di trading.

Terza cosa: la stabilità del servizio. Il collegamento con i mercati subisce delle interruzioni? E perché? Avviene occasionalmente o con regolarità? Per il mio stile di trading debbo valutare se questo è un rischio accettabile, mettendo in conto che da questo tipo di inconvenienti non si può essere esenti.

Quarto. Il servizio che ci viene fornito quali tipi di ordine riesce a gestire? È possibile inserire ordini condizionati, stop loss e stop profit (concetti che spiegheremo approfonditamente quando parleremo di Money Management)? È possibile lo short trading e a quali costi? È fondamentale capire, tenendo presenti le proprie esigenze, come vengono gestiti gli ordini, e se sono fornite tutte le possibilità che sono utili alle mie esigenze.

Quinto. La piattaforma di trading che viene fornita ha tools grafici che permettono uno studio del mercato che stiamo analizzando? Ci sono strumenti di selezione dei titoli personalizzabili? C’è un modulo di backtesting (uno strumento per testare la propria operatività)? Anche qui dobbiamo avere chiare le idee sugli strumenti che ci servono per selezionare i titoli e i mercati su cui investire.

Sesto. Quanto è veloce e semplice l’inserimento degli ordini? Con quale velocità l’ordine arriva al mercato? Questo punto è molto importante, soprattutto per chi fa trading intraday, poiché in questo incide molto il cosiddetto slippage (differenza di prezzo tra ordine inserito e ordine eseguito) sul bilancio delle operazioni.

Settimo. Le commissioni. Abbiamo lasciato per ultimo questo argomento, perché sappiamo come sia spesso, purtroppo, l’unico criterio che ci fa scegliere il broker. Questo è assolutamente sbagliato, perché alcune volte è meglio pagare qualche centesimo in più sulle commissioni, piuttosto che avere un servizio poco affidabile o lento o troppo complesso da utilizzare, che alla fine ci farà perdere ancora più denaro.


La preparazione

Una volta fatte le scelte degli strumenti possiamo affrontare il mercato pensando di poter guadagnare: «Cosa ci vuole? In fondo, basta un clic!». State attenti; questo è un momento pericoloso per voi e soprattutto per il vostro conto corrente.
Facciamo una riflessione insieme: cosa significa guadagnare su un mercato finanziario?
Noi eseguiamo delle transazioni in cui acquistiamo un qualche strumento finanziario da chi, in quel momento, lo vuole vendere; e, come se non bastasse, perché il prezzo salga, ci vogliono altri acquirenti ed altra gente disposta a vendere. Questo fa capire perché i maggiori trader parlano di ‘battere il mercato’: ‘guadagnare’ significa ‘battere’ gli altri.
Ma ‘gli altri’ chi sono? È bene che capiamo subito che la nostra controparte è gente molto preparata, professionisti dell’investimento che hanno come unico scopo di… ‘batterci’ a loro volta.
Questa doverosa considerazione ci porta a capire come, per affrontare i mercati, dobbiamo essere preparatissimi dal punto di vista teorico generale, conoscere bene il mercato e chi vi opera direttamente, avere confidenza con gli strumenti di trading più usati e che quindi determinano le tendenze del mercato. Per questo motivo, è bene formarsi una preparazione teorica personale sui testi che meglio spiegano le principali tecniche di trading, non tanto per applicarle, quanto per capire, in generale, come si muova la maggioranza degli operatori del mercato.
Noi vi consiglieremo alcuni testi, ma attenzione: tutti i libri che parlano di trading tendono a fare vedere gli aspetti positivi di una tecnica e quindi vi potrebbero far pensare ad un facile guadagno: NON È COSÌ!!!
Vi ricordo che il guadagno nel trading passa per una dura e puntigliosa formazione del carattere e dell’atteggiamento, che prescindono dalla tecnica o dal pattern che si possa utilizzare.

Per cominciare a capire i grafici vi consigliamo alcuni libri di analisi tecnica. Il più completo è sicuramente Analisi tecnica dei mercati finanziari di Martin Pring, considerato una vera e propria bibbia dell’analisi tecnica, perché analizza nei particolari tutti i meccanismi che influenzano i mercati finanziari e i principi dell’analisi tecnica.

L'importanza dei grafici !

Abbiamo già detto come il principio su cui si fonda l’analisi tecnica (o più in generale l’analisi grafica) è che tutto quello che bisogna sapere su un mercato sta ’scritto’ sul suo grafico. Ciò che è oggetto delle nostre attenzioni è il prezzo o più precisamente la variazione del prezzo in funzione del tempo. È chiaro che, in quest’ottica, risulta fondamentale la scelta dell’intervallo di tempo di cui si vuole rappresentare la variazione, ma questo è un argomento molto complesso che merita di essere trattato, a parte, in seguito. Quindi per fissare le idee parliamo di rappresentazioni grafiche giornaliere (daily): in pratica teniamo in considerazione i parametri del prezzo presi durante una giornata borsistica. Ma quali sono? I valori che vengono considerati sono l’apertura, il massimo, il minimo e la chiusura. L’apertura è il primo prezzo che viene negoziato durante la giornata, la chiusura l’ultimo e il massimo e il minimo sono rispettivamente il prezzo più alto e quello più basso della seduta borsistica. Vedremo come questi valori vengano manipolati in tantissimi modi per cercare di capire approfonditamente le dinamiche del prezzo.
A questo punto ci chiediamo come possiamo rappresentare questo insieme di valori in un grafico. Ci sono tanti modi per disegnare il grafico di borsa, ma, per una esposizione più semplice, ci limitiamo alle rappresentazioni più usate: il grafico lineare, il grafico a barre e le candele giapponesi.
Il grafico lineare si costruisce rappresentando sull’asse orizzontale la scala temporale (nel nostro caso i giorni di negoziazione) e sull’asse verticale i prezzi di chiusura di ciascuna seduta borsistica. I punti ottenuti vengono uniti da una linea che quindi rappresenta la ‘fotografia’ del nostro mercato. Una rappresentazione di questo genere ci mostra subito le tendenze e le variazioni del prezzo e soprattutto ha il vantaggio di essere di facile lettura, ma è chiaro che non può essere considerata una analisi approfondita del mercato perché utilizza uno solo dei quattro parametri di una seduta di borsa.
Il grafico a barre e le candele giapponesi sono due tipi di rappresentazioni in cui si utilizzano tutti i quattro parametri della seduta di borsa. La giornata non è rappresentata da un punto ma da una barra o da una candela in cui sono segnati chiusura, apertura, massimo e minimo. Quindi il risultato che verrà fuori sarà molto più complesso da interpretare rispetto al grafico lineare ma ci permetterà di avere a disposizione un immagine più completa di cosa stia succedendo.
Approfondiremo, fin dalla prossima pubblicazione, in particolare la rappresentazione a barre e a candele perché la capacità di interpretare questi tipi di grafici risulta fondamentale per capire le dinamiche del mercato.

Il grafico rappresenta l’immagine del mercato che stiamo osservando: sapere ‘leggere’ un grafico è l’abilità fondamentale per chi deve fare l’analisi del prezzo di un qualsiasi asset. Cominciamo col dire che sull’asse orizzontale di un grafico di borsa c’è il tempo su quello verticale il prezzo.

Questo fa subito capire come osservando la linea di un grafico qualsiasi ci rendiamo immediatamente conto che, se la linea segna una pendenza verso l’alto ci troviamo di fronte ad un asset che negli ultimi tempi ha fatto delle buone performances, ed inoltre, in funzione della pendenza della linea si capisce quanto siano stati veloci, nel tempo, questi incrementi del prezzo.

Ora si capisce bene cosa vuol dire quando sui giornali finanziari si parla di movimenti laterali o impennate del prezzo, ci si riferisce proprio all’andamento grafico. È bene anche conoscere alcuni termini che sono legati all’andamento grafico del prezzo.

Il più importante è chiaramente trend. Il trend, volendolo spiegare in modo un po grossolano, è una fase in cui il grafico del prezzo ha una chiara direzione. Si parla di uptrend in fase di aumento del prezzo e downtrend in fase di diminuzione. Per la definizione e la corretta individuazione di un trend vi rimandiamo ai prossimi articoli.

Quando si parla di rally ci si riferisce ad un brusco ma breve rialzo del prezzo in una fase discendente, mentre la correzione è l’esatto contrario, una diminuzione di prezzo in fase di rialzo.

Un altro termine spesso usato è legs (letteralmente gambe) riferito alla oscillazioni con cui procede il grafico del prezzo durante una fase di trend.

Il time frame rappresenta il tempo che passa tra un rilevamento ed il successivo nel tracciare un grafico. Ad esempio su un grafico giornaliero (daily) si segnano i dati a fine giornata, su un grafico a 5 minuti si fa una rilevazione ogni cinque minuti. Fin qui niente di particolare, ma ci sono alcune doverose precisazioni che bisogna fare.

Innanzi tutto facciamo una distinzione tra intraday, daily e weekly. I time frame intraday sono quelli che segnano dati durante la giornata borsistica: grafici a1 ora, 30 minuti, 15 minuti fino ad arrivare a quelli ad 1 minuto. Negli altri time frame i grafici vengono tracciati con i dati di chiusura della giornata.

L’immagine che si ha del mercato, nei diversi time frame, ha, chiaramente, un significato diverso. Gli intervalli temporali intraday sono influenzati dalle speculazioni di chi cerca di ‘cogliere’ le piccole fluttuazioni che avvengono durante una giornata (scalper), inoltre si può notare come vi siano nette differenze nell’attività (e quindi nelle oscillazioni) durante le diverse ore del giorno. Osservando un grafico intraday si vede subito come in prossimità dell’apertura e della chiusura della seduta l’attività degli investitori sia molto più intensa. Gli intervalli temporali daily e weekly, invece, danno un immagine globale del grafico che si sta osservando, facendone cogliere i grandi movimenti e permettendo di prospettare dei veri e propri scenari futuri.

Per chi inizia a leggere un grafico di borsa risulterà molto più semplice analizzare un grafico con time frame più grande i cui segnali grafici, come vedremo, risultano molto più ‘affidabili’.

Scegliere il mercato

Il mestiere del trader è fare continuamente scelte. Una delle scelte di primaria importanza è quella del mercato in cui operare. Ma cosa si intende per mercato? Contrariamente a quanto si pensa comunemente un mercato è costituito da ogni singolo titolo o opzione o future o quant’altro sia negoziabile e su cui ci siano dei negoziatori.

I parametri che bisogna valutare per fare questa scelta sono sostanzialmente tre. Innanzitutto il volume degli scambi: un numero elevato di transazioni è una garanzia maggiore per proteggersi da speculazioni o da movimenti costruiti e, soprattutto, un mercato con elevati volumi, garantisce la possibilità di aprire e chiudere le posizioni ai livelli che si era programmato.

Altro parametro importante è la volatilità. Il trader va alla ricerca di mercati che siano sufficientemente volatili per poter guadagnare sufficientemente sulle oscillazioni, ma, cosa altrettanto importante, la volatilità non deve essere eccessive per non rischiare i ’salti’ che non permettono una programmazione adeguata dell’operazione.

Terza, ma non meno importante variabile è ‘l’aspetto grafico’ del mercato. Se noi operiamo utilizzando i grafici e alcuni particolari pattern è chiaro che dobbiamo valutare con attenzione quanto su quello specifico mercato si verifichino le possibilità che vogliamo cogliere.

Spesso chi si avvicina al mondo degli investimenti si chiede se sia possibile riuscire a realizzare profitti con costanza. Questa parola ‘costanza’, retaggio del modo di pensare comune dei piccoli risparmiatori o di chi vive di stipendio, spesso porta l’investitore novizio a ‘valutare’ i profitti dei propri investimenti sulla base di guadagni mensili o, peggio ancora, nell’arco di una settimana. Tutto ciò è assolutamente sbagliato.


Un investitore o un trader deve cogliere occasioni di guadagno che non sono costanti ed uguali nel tempo, anzi, spesso, la maggior parte dei profitti si realizza nell’arco di poche operazioni altamente profittevoli, mentre nelle altre si fanno piccoli guadagni o si ‘limitano i danni’. Questo è dovuto alla struttura dei mercati, che si trovano, per la maggior parte del tempo, in fasi di congestione e solo per periodi brevi fanno registrare dei forti movimenti direzionali che tecnicamente vengono chiamati trend. Proprio così, l’investitore, il trader o chiunque abbia intenzione di tirare fuori qualche soldo dai mercati deve imparare a cogliere il trend e seguirne la direzione.

Ma cosa sono i trend? Esistono veramente? E se esistono durano un tempo tale da permetterci di sfruttarli? E come si possono riconoscere? Tutte domande legittime a cui non sempre è facile rispondere, anche perché se fosse così riveleremmo il segreto arcano che sta dietro i mercati. Purtroppo nessun segreto e nessuna formula, solo tanto studio, tanto lavoro e tanta pazienza.

Cominciamo col dire che i trend esistono eccome, basta dare un occhiata a qualche grafico e si nota subito come ci sono momenti in cui la linea che segna la variazione del prezzo subisce vere e proprie impennate o dei crolli quasi verticali. È proprio in quelle situazioni (che sono anche quelle più difficili da trovare) che si realizzano i profitti. Ma la buona notizia è che un trend tende a persistere. Questo è proprio uno dei principi dell’analisi tecnica. Quindi, una volta individuato correttamente un trend, abbiamo serie possibilità di sfruttarne le possibilità direzionali e realizzare un guadagno.

Nella seconda parte di questo articolo (che pubblicheremo nella prossima settimana) analizzeremo i vari metodi per cercare di individuare un trend. Intanto vi consigliamo di iniziare a leggere ( o rileggere) gli articoli, della sezione analisi tecnica, Capire i grafici a barre, saranno utili alla comprensione della continuazione di questo articolo.

Parliamo oggi delle varie tecniche che i trader esperti utilizzano per l’individuazione corretta del trend. Teniamo a precisare che comunque nessun tipo di tecnica o osservazione ci darà mai la certezza del trend, come in tutto ciò che regola il mondo dei mercati si parla di previsioni statisticamente efficaci, mai di certezze!

La definizione di trend dell’analisi tecnica classica dice che un qualsiasi grafico si trova in trend (per esempio ascendente) fino a quando fa registrare nuovi massimi. Questo significa che osservando un grafico a barre fino a quando vediamo barre con il bordo superiore più alto della precedente ci troviamo in trend.

Si capisce bene che per quanto questa definizione sia semplice e chiara non potrebbe essere usata dal punto di vista operativo. Per questo motivo tutti i trader si sbizzarriscono a coniare nuove formule per l’individuazione operativa di un trend, noi citeremo quelle che ci sembrano, per la nostra esperienza, più ragionevoli e più efficaci.




TUTTO SULLE CANDELE GIAPPONESI

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